«mobilitazione permanente per contrastare i disfattismi e i personalismi di chi antepone i propri particolari interessi al bene di tutti ed al bene del Paese».>> Trovo scritto su La Stampa on line di questo pomeriggio.
Chi sarà mai questo a fare questo appello? mi chiedo. Vendola? Di Pietro? Bersani (utinam)?
Ma no: non oserebbero… E poi, "disfattismo" è un termine in voga al tempo della prima guerra mondiale e del fascismo.
Sarà forse il coraggioso Fini allora?
Macché! NO, non è nemmeno Fini: è proprio lui stesso in persona, il caporale del Paese di Acchiappacitrulli, il campione del gioco delle tre carte, che si esibisce nel numero che meglio gli riesce: quello di accusare l'avversario delle proprie colpe.
Ci si aspetterebbe almeno uno strabuzzamento d'occhi da parte del "giornalista" che riferisce. Invece niente, impassibilità assoluta. Ormai sono tutti concorrenti di Capezzone per il ruolo di portavoce.
Aggiornamento (10 agosto mattina):
solo l'insostituibile Bordin nella sua rassegna della stampa (Stampa e regime) (che ancora fortunatamente ci consola durante quest'estate) su Radio Radicale ha notato e sottolineato l'origine e il senso che si porta dietro l'inquietante termine "disfattista". Non solo. Ha ricordato come quel tutti ("il bene di tutti") nella testa del padrone del PdL tende a far coincidere il suo partito (che infatti chiama "popolo"), e i suoi interessi con quelli degli italiani tutti. Sarà sdoganato presto, aggiungo io, anche il termine "antitaliano"?