A proposito di matrimoni, visto che se ne parlava, ecco qui la cronaca di un fidanzamento con nozze finali, tratta dal Diario del mio carissimo Pepys (di cui avevo riportato qui una breve osservazione sui matrimoni).
In questo caso si tratta del matrimonio tra Lady Jeminah Montague, la figlia di Lord Sandwich, lontanissimo parente e protettore di Pepys, e il figlio maggiore del Tesoriere della Marina, sir G. Carteret. Sono tutti e due molto giovani, e tutti e due sfortunati: lui è zoppo e lei ha un imprecisato difetto al collo. Si devono dunque accontentare l’uno dell’altra. Il matrimonio, senza consultare gli interessati, viene deciso dalle famiglie, ed è proprio il nostro Pepys a condurre le trattative e a prendersi cura del buon andamento delle cose.
Siamo nel 1665, a Londra infuria la peste, tutti quelli che possono sono sfollati nei paesotti vicini, e Pepys fa la spola tra Woolwich, dove ha sistemato la moglie e la piccola sua servitù, Deptford dove ci sono i cantieri della Marina, e i paesi in cui si trovano le famiglie degli sposi. È lui a condurre il fidanzato al primo incontro con la giovane Lady Jem, che Pepys ha conosciuto fin da piccola e alla quale con la moglie talvolta ha fatto da lieto accompagnatore e intrattenitore in giro per qualche mercato o fiera di Londra.
L’incontro avviene in casa degli zii di lei, dopo un viaggio di più d’un’ora durante il quale Pepys cerca di parlare un po’ col giovanotto.
“E, Dio buono, lungo la via che discorsi insulsi sulle questioni d’amore: è l’uomo più goffo e impacciato su queste faccende che mi sia mai capitato di vedere.”
A casa, in presenza della fidanzata, il Lord-zio fa al giovane un po’ di domande, per invogliarlo a parlare
“e quello risponde abbastanza bene, con brevi parole. Ma mai che si rivolga alla giovane lady. Poi a cena. E dopo cena ancora discorsi, e lui ancora non bada alla giovane lady. My Lord (il padre della sposa) avrebbe voluto che io già stasera avessi lasciato i due giovani un po’ insieme per cominciare il loro amoreggiamento, dal momento che la visita non durerà a lungo. Ma io sono stato di avviso contrario, per timore che lei potesse essere troppo presa di contropiede e confusa. Così lui è stato accompagnato su alla propria camera, e io sono rimasto un po’ con lui per sapere se gli era piaciuta la giovane Lady; e mi ha detto che sì, molto, ma, Dio buono, nel modo più insipido e ottuso mai usato da un innamorato. Così gli ho dato la buonanotte e sono andato alle preghiere col resto della famiglia.
Il mattino dopo, prima di andare alla funzione domenicale, Pepys va su dal ragazzo e chiacchiera un po’ con lui.
“Gli ho insegnato cosa fare; che deve prendere sempre la giovane Lady per mano per accompagnarla; e gli ho detto che avrei trovato il modo di lasciarli insieme, e che lui avrebbe dovuto fare tali e tali altri complimenti, e trovare il modo di farne di simili anche agli zii.”
L’uscita in carrozza per andare in chiesa avviene però
“senza che Carteret abbia avuto il coraggio di prendere una sola volta la lady per mano, né all’andata né al ritorno. Tornati a casa, gliel’ ho detto, e in seguito lui lo ha fatto.”
Infine i due giovani vengono lasciati un’ora insieme prima di pranzo, e poi ancora a passeggiare in giardino dopo pranzo.
Il giorno successivo, dopo aver istruito il goffo giovanotto su come e quanto lasciare di mancia alla servitù,
“prima di partire, ho preso lady Jem da parte e le ho chiesto se questo giovane le era piaciuto e se si trovasse in una qualche difficoltà riguardo a lui. Lei è arrossita e per un po’ ha tenuto il viso nascosto, ma alla fine l’ho costretta a parlarmi. Ha risposto di essere pronta a obbedire a ciò che il padre e la madre avevano fatto – il che era tutto ciò che potesse dire o che io mi aspettassi.”
Le nozze vengono celebrate 15 giorni dopo quell’incontro. Pepys per una serie di circostanze, arriva tardi, quando già gli sposi stanno uscendo dalla chiesa:
“La giovane Lady terribilmente triste, cosa che mi ha fatto star male; ma anche penso che si tratti della sua solita aria seria, un po’ più accentuata del solito.
I festeggiamenti sono piuttosto sobri. Senza segni della rituale allegria. E così, dopo le preghiere comuni, la coppia va a letto senza atti festosi all’intorno:
“Tranne che io sono entrato nella camera dello sposo, mentre lui si spogliava, e lì ho fatto un po’ d’allegria, – finché lui è stato chiamato nella camera della sposa e sono andati a letto. Ho baciato la sposa già a letto, poi sono state tirate le cortine, con la più grande solennità, e buona notte.”
Per Pepys, che ha partecipato ai preparativi, che è coinvolto, in un misto di soddisfazione per il successo della propria intermediazione, di tenerezza e anche di pena per la sposina (benché si sbarazzi presto di questo sentimento) e, per di più, è sempre sovraeccitato quando si tratta di sesso, questo è una specie di matrimonio suo per interposta persona. Sicché al mattino eccolo di nuovo nella camera degli sposi:
“E li ho trovati già alzati e lui andato a vestirsi. Tutti e due rossi in faccia e piuttosto soddisfatti stamane della loro sistemazione notturna..”