La legge sulle intercettazioni è finita nel limbo. Buona notizia.
Soprattutto se si considera che il limbo è di incerta esistenza. Si può sperare che svanisca del tutto.
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Nel frattempo, mentre si aspetta con viva curiosità di conoscere chi siano i probi tra i viri del PdL, ci si contenterebbe per il momento di conoscere i vecchi insegnanti degli uomini di penna che hanno redatto il documento della Direzione del PdL in cui si dà l'ostracismo a Fini e ai finiani. Da ragazzi, a scuola, questi dovevano essere tra quegli studenti che nello svolgere un tema non facevano che ripetere un unico concetto, più o meno quello indicato nel tema stesso, per sei pagine, ritenendo che la lunghezza del compitino supplisse alla sua povertà e sciatteria sintattica e logica.
Fini deve andarsene, perché critica il partito e il suo presidente, e ciò non è ammissibile – ripete a più riprese il Politburo del PdL: "Si milita nello stesso partito quando si avverte il vincolo della comune appartenenza e della solidarietà fra i consociati (sic)". In altre parole: si milita nello stesso partito solo se si è "eroicamente" (nell'accezione dell'utresca) capaci di tacere.
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Noto che anche la parola solidarietà, come già è avvenuto per libertà ed eroismo, ha subito un processo di sfigurazione nel gergo berlusconesco. Non a caso in questi ultimi tempi è stata ripetutamente usata dall'incriticabile suo presidente (a scopo didattico, suppongo) in contesti in cui la offriva ai vari "consociati" pescati in atteggiamenti scorretti: Scajola, Brancher, Cosentino, Dell'Utri, Verdini, Caliendo ecc.
AnnaSetari
/ luglio 31, 2010Ieri nella trasmissione In Onda (su La7) la pidiellina campana Nunzia Di Girolamo diceva che i finiani non sono stati cacciati: sono loro che hanno fatto il nuovo gruppo parlamentare: nessuno glielo ha imposto.Insomma ancora una volta abbiamo frainteso.In effetti: B vorrebbe solo che, dentro o fuori che siano, tacessero.Vorrebbe che Fini si dimettesse dalla sua carica, perché così la sua voce non sarebbe più udibile: diventerebbe un sussurro come quello dell'opposizione, di cui solo i seguaci e i più attenti, quelli che ascoltano le sedute parlamentari, sentono la voce – mentre la massa che si abbevera alla TV può credere che non esista. Vorrebbe fare le sue leggi (quelle che lo salvano dai processi e mettono a tacere ogni scandalo) in cambio delle quali dà alla Lega tutto ciò che lei vuole, e arrivare alle nuove elezioni con l'immagine di vincente ripristinata dopo i graffi subiti e senza nessuna voce di contrasto.Forse però non ha fatto bene i conti. Come una soubrette che abbia subito troppe plastiche facciali, ormai l'immagine antica è perduta per sempre e la maschera del trucco, che allo specchio in camerino sembra ancora reggere, non basta più a nascondere lo sfacelo agli sguardi disincantati del pubblico. Lui, che ha giocato la carta del "nuovo", sa ora di "vecchio". Sta uscendo di moda.
AnnaSetari
/ luglio 31, 2010E, giacché ci sono, e me la faccio e me la dico da me sola, aggiungo un'altra nota in margine al mio post.L'estensore del documento del Politburo del PdL è stato, secondo Raisi, Bondi (vedi sempre la trasmissione di Costamagna-Telese, In Onda ).
Forse si tratta di una semplice illazione. Comunque anch'io ero arrivata alla stessa conclusione, scrivendo questo commento (che qui riporto, a mio promemoria) nel blog di Luciano Comida:Lo stile di Bondi potrebbe rintracciarsi nel continuo riferimento alla "persona del Presidente del Consiglio" (oggetto dei sacrileghi attacchi di Fini), nell'evocazione di un' "opposizione costruttiva", in certi "purtroppo" e nella libertà poetica di frasi come questa: "I nostri elettori, inoltre, ci chiedono a gran voce di non abbandonare la nuova concezione della politica, per la quale è nato il Pdl, che si fonda su una chiara cornice culturale e di valori.." La concezione politica che si fonda su una cornice è davvero un passaggio quasi commovente. Purtroppo (voglio usare anch'io il pathos di questo avverbio) si nota tuttavia anche l'intervento di altri consociati autori che rendono più prosastico il documento.
Lo stillicidio, per esempio (aggiungo ora), sembra essere farina del sacco di Cicchitto, che aveva usato il termine intervenendo in Parlamento ieri.