A proposito di DONNE di POLITICA e di SPERANZA.
Scrivevo qui qualche giorno fa che mi piacerebbe essere siciliana per poter votare Rita Borsellino. Ed ecco che andando su questo blog leggo il seguente articolo, ripreso anche su PrimumVivere, che descrive così la situazione a pochi giorni dal 28 di maggio.
La solitudine di Rita Borsellino
di Agostino Spataro (da La Repubblica – Palermo del 17 maggio)
Nella campagna elettorale siciliana del centro-sinistra c’è qualcosa, o più di qualcosa, che non quadra e poco convince.
A dieci giorni dalla chiusura, la sensazione da molti avvertita é che la macchina non gira come dovrebbe e come potrebbe.
Sono questi giorni cruciali, decisivi per gli esiti, non proprio facili, da conseguire.
Per quanto mutevole sia il quadro elettorale complessivo, non si può non rilevare come fra i due schieramenti contrapposti si stia accumulando un vistoso vantaggio a favore della Casa delle libertà sul terreno dell’impegno politico dei leader nella conduzione della campagna elettorale.
Vantaggio che si aggiunge a vantaggio, visto che, in Sicilia, il Polo dispone di un collaudato sistema di potere clientelare, articolato fin dentro i gangli vitali della società e dell’amministrazione.
Un sistema che ha consentito al Polo di reggere molto bene alle recenti politiche.
Un voto- ricordiamolo- senza preferenze e perciò più pesante, da interpretare cioè come adesione, non condizionata anche se molto discutibile, ad una linea e ad un personale politico che, grosso modo, si ripropone nelle liste del centro-destra per le regionali.
Un complesso militare-elettorale con cui la CdL, in questi ultimi giorni, metterà a ferro e fuoco le riserve di voti più ambite per assicurarsi, a tutti i costi, il mantenimento del governo della Regione, visto che da quello romano è stata sloggiata.
La Regione, dunque, come principale baluardo da difendere, da dove eventualmente ripartire. L’inattesa candidatura alla presidenza dell’Ars dell’on. Gianfranco Miccichè, proconsole di Berlusconi in Sicilia, non è un capriccio del personaggio, ma fa parte di una strategia politica ben mirata.
Ora se è chiaro, o quasi, il progetto politico del centro-destra, molto meno lo sembra quello del centro-sinistra che non sta cavalcando la vittoria e il cambio di governo nazionali per recuperare lo svantaggio accusato in Sicilia e assestare un duro colpo al sistema di potere dei suoi avversari. Paradossalmente, per gli esponenti del centro-sinistra il successo nazionale diventa causa d’impedimento- almeno così taluni l’intendono- alla piena partecipazione a questa difficile battaglia elettorale siciliana.
Certo, a Roma, ci sono stati, e ci saranno, adempimenti politici rilevanti, tuttavia non sono tali da risultare incompatibili con la necessità di assicurare un forte e qualificato impulso al confronto elettorale nell’Isola
Come se la quasi concomitanza di due campagne elettorali fosse d’impaccio al pieno dispiegamento di tutte le risorse umane e materiali mobilitabili.
C’è un precedente che contraddice tale pretesa: mi riferisco alla doppia tornata elettorale del 1963 che, come oggi, vide svolgere prima le politiche (28 aprile) e dopo 45 giorni le “regionali”.
I più giovani non ricorderanno ma si possono consultare i dati: in quella occasione, in Sicilia, la sinistra d’opposizione conseguì una straordinaria avanzata il 28 aprile, accresciuta dal voto de 13 giugno per il rinnovo dell’Ars. Quindi l’argomento non regge, anzi oggi si avrebbero più carte da giocare in questa difficile partita siciliana e, al contempo, di grande valore nazionale.
I siciliani debbono vedere, anche fisicamente, il nuovo governo e la nuova classe dirigente venire nell’Isola a portare non promesse clientelari, ma serie ipotesi di cambiamento delle loro dure condizioni di esistenza. Proposte credibili e pertanto capaci d’indurli a staccarsi dall’illusione polista e scegliere l’alternativa rappresentata dalla candidatura e dal progetto di Rita Borsellino.
Fino ad oggi, tutto ciò non si è visto. La macchina elettorale che non gira come potrebbe rischia di non cogliere tutte le potenzialità esistenti. Speriamo che tutto cambi nei prossimi giorni.
Siccome di tempo ne rimane molto poco, è giusto che si dica quello che c’è da dire e soprattutto che si faccia quello che c’è da fare.
Poiché, per quanto credibile e forte, la candidatura Borsellino rischia di stemperarsi nel vuoto che la circonda.
Parliamoci chiaro, non si può continuare con una candidata-Presidente che percorre la Sicilia in lungo e in largo, quasi in solitudine, e con centinaia di candidati che di lei si fanno scudo per cercare preferenze ad personam, magari fra l’elettorato considerato “sicuro”.
Perché a questo si è ridotta- in buona sostanza- la campagna elettorale del centro-sinistra.
Finché c’è tempo, bisogna intervenire massicciamente per dare una dimensione nazionale al progetto della Borsellino, nel quadro della nuova politica meridionalista del governo Prodi.
Ci vuole un’assunzione piena di responsabilità da parte di tutti e di ciascuno, un impegno e una presenza davvero eccezionali, perché eccezionale è l’importanza della posta in gioco, per la Sicilia e per l’Italia.
(articolo preso dal blog ritapresidente.splinder.com)