" Cari compagni, vi spiego perché non dovreste sfiduciarmi" ha scritto Bondi al PD.
E spiega: "Siccome riconosco ancora ai principali leader della sinistra e in particolare a Bersani, Veltroni e Fassino un residuo di concezione seria della politica e di rispetto nei confronti degli avversari politici, vi chiedo di fermarvi e di riflettere prima di presentare contro di me un atto parlamentare così spropositato, pretestuoso e dirompente sul piano umano, che rappresenterebbe un'onta non per me che lo subisco ma per voi che lo promuovete".
Io gli dò ragione. Non è un grande obiettivo sfiduciare Bondi: non si differenzia un granché da altri membri di questo governo e oltretutto con chi poi potrebbe essere sostituito? Con l'architetto di fiducia di B, quello che curò il "restauro" delle statue mutile di palazzo Chigi? Con Apicella il musicista? Con Dell'Utri, il bibliofilo? Con Scilipoti, che andrebbe premiato? O magari con la Gelmini, al cui posto potrebbe subentrare, chessò, il Trota?
No. Meglio lasciarlo dov'è, a condividere fino in fondo la sorte del suo presidente. Finché dura.
In margine noto però che rispetto è spesso un termine abusato. Ci sono avversari che si rispettano e altri che invece semplicemente si avversano, sia pure in forme civili e democratiche, come sarebbe una sfiducia in parlamento, per esempio. Nella fattispecie: se si rispetta la cultura o magari la si ha a cuore, è difficile avere contemporaneamente rispetto per chi, ricoprendo la carica di ministro ai beni culturali, a sua volta non la rispetta e pensa, per esempio, che i crolli di Pompei o di altri antichi monumenti siano eventi fatali che "sono avvenuti nel passato e avverranno comunque anche nel futuro", oppure che non dice una parola per opporsi a scempi come quel restauro già citato, o che dopo aver promesso di evitare le dispendiose consulenze esterne non necessarie, affida una consulenza da 25.000 euro (soldi pubblici) al marito della sua compagna ("un caso umano", lo ha definito, per giustificare il suo intervento a nostre spese), o fa dare un premio (sempre a nostre spese) all'attrice bulgara amica degli amici del PdC. Eccetera.