Questa mattina, al notiziario di RadioTre delle nove meno un quarto, sento strillare questo titolo: “Grillo paventa il referendum sull’euro”.
Toh, ha cambiato idea!, avrei pensato se non avessi cognizione della melma in cui stiamo navigando. Ma è difficile purtroppo non averne cognizione. Così – sia pure imprecando – ho dovuto adattarmi a tradurre la frase e a capire che chi strillava tale notizia intendeva comunicare il perfetto contrario di ciò che diceva.
Ahimé, non paventa affatto, Grillo, ma minaccia.
Mi chiedo che cosa capisca (o traduca) quando legge “paventa” quel giornalista che usa tale verbo in senso contrario.
Mi chiedo che cosa nebulosamente capiscano, quando leggono o ascoltano discorsi in corretto italiano, tutti quelli che hanno con la nostra lingua lo stesso rapporto di estraneità di chi ha composto quel titolo. Me lo chiedo non oziosamente, ma perché so che hanno diritto di voto e la mia sorte dipende in grande misura anche da loro.
Mi chiedo infine (ma è domanda retorica) perché mai un addetto alla informazione che usi così la lingua non venga immediatamente licenziato.
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In Misura per Misura (Shakespeare) c’è una scena comica in cui una specie di poliziotto di quartiere (un sempliciotto ignorante che però si sente un po’ più su degli altri della sua classe per il fatto di avere una “coppola” in testa), portando dinnanzi al giudice due poco di buono che ha appena arrestato, dice, tentando di parlare forbitamente:
“I do bring here before your good honour two notorious benefactors (porto qui di fronte a vostro onore due notori benefattori)”
Al che il giudice risponde: “Benefactors? Well, what benefactors are they? Are they not malefactors? (benefattori? Be’, che sorta di benefattori sono? Non è che sono dei malfattori?)”
Ecco io pavento il dilagare di questi “benefattori” della lingua italiana – e di conseguenza delle sorti del nostro sciagurato paese. Finiranno col farci sentire stranieri in patria. Fortuna che siamo vecchi e presto cambieremo residenza.
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Aggiungo che già avevo previsto, qui, più di un anno fa, il successo di quest’uso balordo di “paventare”. Speravo di sbagliarmi…