Si discute in Parlamento la legge che ridurrà a quote minoritarie la mano pubblica nella gestione dell’acqua. Tutti possono informarsi e leggere di che si tratta perché ne parlano tutti i giornali.
A me sono venuti in mente i versi giovanili di Pasolini, l’incipit o meglio la Dedica delle sue Poesie a Casarsa (1941- 1943):
Fontana di aga dal me país.
A no è aga pí fres-cia che tal me país.
Fontana di rustic amòur.
E sono andata a cercare anche l’amaro rifacimento pubblicato nel maggio 1975:
Fontana di aga di un país no me.
A no è aga pí vecia che ta chel país.
Fontana di amòur par nissún.
(da La nuova gioventù, Einaudi, Torino, 1975)
Fontana d’acqua del mio paese. Non c’è acqua più fresca che nel mio paese. Fontana di rustico amore.
Fontana d’acqua di un paese non mio. Non c’è acqua più vecchia che in quel paese. Fontana di amore per nessuno.
proteus2000
/ novembre 17, 2009L’unica consolazione è che questa legge è molto impopolare, perciò si spera che faccia perdere voti al mostro. Almeno questo, visto che passerà, con la fiducia.
Conoscevo la prima delle due :"Fontana di aga dal me país".
anonimo
/ novembre 19, 2009Ciao Anna, mah, speriamo che sia davvero impopolare, ho l’ impressione che la gente non se ne renda conto, non capisca cosa vuol dire, pensi che sia un piccolo cambiamento che non li tocca da vicino, tanto già la comprano in bottiglia.
Oggi l’acqua, domani l’aria.
AnnaSetari
/ novembre 20, 2009Ci sono comunque anche dei segnali di controtendenza in certi comuni. Chissà.
Intanto però la legge passa, hai ragione, nell’indifferenza dei più.
nowhereman56
/ novembre 24, 2009Non ci sono più parole sufficienti per descrivere la brutta deriva che stiamo vivendo. Speriamo ci siano almeno fatti. Piacere di avere scoperto il tuo blog. NM
arden
/ novembre 25, 2009Infatti, faccio fatica a trovarne (di parole).
Contenta del tuo passaggio:-)
Anna S.