Il parlamentare del M5S (manco a dirlo, laureato in qualcosa) che ha parlato (QUI) dei microchip iniettati in USA per perseguire un progetto di controllo globale sulla popolazione, si è poi difeso (QUI) spiegando che la sua intervista era stata tagliata e montata male, che lui aveva parlato anche di altre cose e che nominare la faccenda dei microchip non significa crederci.
… ho riferito di quelli utilizzati per controllo biomedico, di cui si parla nel filmato. Riferire qualcosa non significa per forza farlo proprio, o sbaglio? Sono cosciente del fatto che il filmato contenga errori, ma mi incuriosisce lo sguardo ‘alternativo’ che fornisce nella lettura della realtà.
Forse lo dovrebbe incuriosire di più anche qualche lettura alternativa a quelle “alternative”.
E, visto che paventa trame a danno della libertà dei cittadini, potrebbe chiedersi se per attuare un progetto di controllo non basti già, in alternativa al microchip, l’opera di qualche informatico esperto di marketing che sappia manipolare il consenso di quei tanti cittadini che, benché laureati, ritengono internet unica fonte di sapere e di verità, nonché strumento di trasparenza.