L'altra sera su La7, nella trasmissione Complotti, condotta da Cruciani, si è riparlato dell'omicidio Pasolini (qui il video).
In particolare è stata trattata, tra le varie altre, l' ipotesi che lo connette alla morte misteriosa di Mattei. Secondo tale ipotesi Pasolini fu eliminato perché sapeva, a proposito della fine di Mattei, cose molto inquietanti e le voleva rivelare, anzi forse le aveva già scritte, nel romanzo a cui stava lavorando quando morì: Petrolio. Per dirla in sintesi, Pasolini intendeva rivelare – come si legge in una noterella anticipatoria di Petrolio – che Mattei fu eliminato dal suo successore, Cefis, e da chi lo sosteneva.
Coloro che sostengono questa ipotesi sulla fine di Pasolini, si basano principalmente sul fatto che in Petrolio (pubblicato 17 anni dopo la sua morte) appare un titolo Appunto 21 . Lampi sull'ENI cui non corrisponde alcuno scritto: solo una pagina bianca. Sarebbe proprio in quell'Appunto 21 che Pasolini avrebbe scritto in dettaglio della morte di Mattei.
Un parente di Pasolini, Guido Mazzon, che peraltro non frequentava il poeta, afferma di sapere di un furto avvenuto in casa del poeta poco dopo la sua morte. In questa occasione, secondo Mazzon, sarebbero state rubate anche delle carte, e Mazzon suppone che tali carte fossero appunto il capitolo mancante corrispondente al titolo Appunto 21. Lampi sull'ENI.
Il tutto, come si vede, ha contorni piuttosto vaghi e opinabili. La cugina di Pasolini, Graziella Chiarcossi, che viveva con lui e la madre a Roma e gli faceva per così dire da segretaria, nega infatti che ci sia mai stato il furto di cui parla il Mazzon e nega anche che dal manoscritto di Pasolini, da lei gelosamente custodito, sia stato trafugato qualche foglio.
D'altra parte l'assenza del testo sotto il titolo Appunto 21 non è una stranezza davvero misteriosa e inspiegabile, se si considera che Petrolio è un romanzo incompiuto, cioè non completato. Non a caso, del resto, l'Appunto 21 non è l'unico capitoletto a comparire solo come titolo (o come progetto) senza che a questo segua alcun testo. Lo stesso accade per vari altri (vedi l'Appunto 42, l'Appunto 52, il 52 a , il 52b ecc.). Se ne può dedurre che si tratta di capitoli che Pasolini intendeva scrivere in seguito e che, per il momento, si era limitato a collocare attraverso il titolo nella loro giusta posizione, secondo il piano dell'opera che aveva in testa. Insomma è difficile dire con qualche fondamento se sia esistito mai un testo dell'App.21: l'ipotesi è basata su "indizi" finora labilissimi: solo, direi, di fantasia. A volte la fantasia indovina o divina qualche verità; ma per ora non mi pare che in questo caso sia venuto a galla niente di provatamente vero.
La cosa davvero più inquietante e misteriosa di tutta questa storia, però, è il fatto che pochi mesi fa è intervenuto in questa vicenda di supposizioni nientemeno che Dell'Utri, il senatore cofondatore di Forza Italia recentemente condannato in Appello per connivenza con la mafia.
Dell'Utri annunciò all'inizio di marzo (vedi QUI oppure QUI), mentre era in corso il suo processo, che avrebbe portato alla XXI Mostra del libro antico, di Milano, il capitolo mancante di Petrolio: «L’ho letto ma non posso ancora dire nulla – dichiarò in quell'occasione – è uno scritto inquietante per l’Eni, parla di temi e problemi dell’azienda, parla di Cefis, di Mattei e si lega alla storia del nostro Paese» .*
Pochi giorni dopo tuttavia Dell'Utri si affrettò a smentire di essere in possesso di tale capitolo, e disse di averlo solo visto e frettolosamente sfogliato senza nemmeno leggerlo. Cosa che ripete anche nella trasmissione Complotti (video).
Richiesto di chiarire come, dove, nelle mani di chi lo avesse visto, Dell'Utri racconta di essere stato avvicinato da un ignoto che gli mostrò appunto dei fogli in carta velina, dicendo trattarsi del famoso capitolo mancante di Petrolio. E che poi l'ignoto, spaventato forse dal clamore suscitato, non si fece più vivo.
La storia è in ogni caso implausibile: sia che davvero esista da qualche parte tale capitolo, sia che non sia mai esistito né mai sia stato scritto.
Come sarebbe possibile infatti che Dell'Utri (che passa oltretutto per bibliofilo) creda fermamente, come dice di credere, che quei fogli fossero di Pasolini, e che li definisca come "inquietanti" se, come ora afferma, li ha appena sfogliati distrattamente, mentre parlava con l'ignoto offerente?
Come è possibile inoltre che chiunque, bibliofilo o meno, dia fiducia alle affermazioni di un ignoto che l'avvicina senza presentarsi e gli sventola sotto il naso un testo che lui non ha nemmeno il tempo di esaminare?
E infine: che fiducia dare alla veridicità delle affermazioni di un uomo (Dell'Utri) che prima dice una cosa e due giorni dopo la smentisce (l'ho letto – no, non l'ho letto)?
Insomma la domanda non è: chi ha trafugato e perché il capitolo misterioso (e forse inesistente) di Petrolio?
Ma, considerato che, indagando sul caso Mattei, venne eliminato in stile mafioso anche il giornalista De Mauro, la domanda corretta è: perché mai Dell'Utri ha voluto sollevare ora, durante il proprio processo, questo discorso? A quale scopo? Per avvertire o minacciare chi, nascondendosi intanto dietro il polverone del giallo su Pasolini?
Che cosa sa, lui, per le sue vie e conoscenze, sul caso Mattei, su quello De Mauro, o su vari altri "misteri italiani" e magari anche su Pasolini?
La domanda è tanto più pertinente se si considera che il suo insistere (anche di recente, in occasione della propria condanna in Appello) sull'eroicità di Mangano, che non parlò pur trovandosi in prigione, sembra alludere a se stesso. Una volta Dell'Utri disse di essersi fatto eleggere in Parlamento, non per interesse verso la politica, ma solo per evitare la persecuzione giudiziaria: non pare improbabile che tale uomo voglia anche dire che, nel caso dovesse effettivamente ritrovarsi in carcere, non si potrebbe pretendere da lui il silenzio che solo gli eroi sono in grado di osservare fino all'estremo.
P.s.: chi volesse approfondire la questione riguardante Pasolini, può andare a leggere QUI nel sito, bello e documentatissimo, che Angela Molteni ha dedicato a Pasolini.
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* – Dell'Utri può aver "appreso/immaginato" di che cosa avrebbe potuto parlare il capitolo mancante, da quanto già era scritto in altre parti di Petrolio, oltre che da scritti di vari altri autori usciti nei primi anni 2000. Che tra le fonti di Petrolio figurino ritagli vari di giornali e fotocopie anche di una biografia non autorizzata di Cefis, di Steimetz, ora introvabile in libreria, in cui si dicono cose poco risapute, che PPP riprende nel suo romanzo, non è un segreto, essendo scritto nelle Note al II vol. dei "Racconti e Romanzi " di Pasolini della Mondadori (1998).
anonimo
/ luglio 22, 2010certe volte, meglio guardare il dito anziché la luna…
AnnaSetari
/ luglio 26, 2010A volte può essere utile, anonimo.