filastrocca di maggio

Ci mancava Veltroni
il nostro prode Anselmo
che in questo maggio mesto
tornasse a raccontarci,
– memore e molto fiero,
delle passate imprese
quando sconfisse i Prodi
e su dal predellino
raccolse Berlusconi
mettendolo di nuovo
ben saldo sugli arcioni –
la storia leggendaria
del partito leggero
che aprendosi al coraggio
d'un respiro più lungo
avanzi tutto solo
al seguito di questo
Obama de noantri
che, sprezzando il meschino
e ignobile bersaglio
sì facile e vicino
del cavaliere nano,
fa come fan gli scaltri
e mira più lontano,
cercando nel frattempo
le forme da inventare
di quel linguaggio nuovo,
che a noi pare ricetta
simile a quella nota
del sale sulla coda
per prender l'uccelletta,
ma è l'uovo di Colombo
per quelli che son bravi
– non come quel Bersani
che rischia di far bene
e, in mancanza di meglio,
aggrada a noi baggiani
conservatori e, peggio,
antiberlusconiani.

Articolo precedente
Articolo successivo
Lascia un commento

2 commenti

  1. cf05103025

     /  Maggio 23, 2010

    cara Anna,questa tua poesia, o meglio, ballata  è davvero melodia, spiritosa e  amara insieme. Mi è venuto da sorridere pensando all'uccelletta.Ma noi siam pure augelletti da pigliare col "panico"?O colla rete, come si faceva per catturare quelli per polenta e osèi?A volte vorrei esser almeno un cinghiale, magari un facocero, per darci due belle inforcate di zanna a questi fetenti e ribaltarli nella belletta negra.MarioB.

    Rispondi
  2. arden

     /  Maggio 24, 2010

    Ehi, Mario, che bello rivederti da queste parti!Sì, ero in vena di umorismo patibolare (lo sono ancora, temo – e temo che davvero siamo un po' come quegli osèi).Anna S.

    Rispondi

Lascia un commento