Ci mancava Veltroni
il nostro prode Anselmo
che in questo maggio mesto
tornasse a raccontarci,
– memore e molto fiero,
delle passate imprese
quando sconfisse i Prodi
e su dal predellino
raccolse Berlusconi
mettendolo di nuovo
ben saldo sugli arcioni –
la storia leggendaria
del partito leggero
che aprendosi al coraggio
d'un respiro più lungo
avanzi tutto solo
al seguito di questo
Obama de noantri
che, sprezzando il meschino
e ignobile bersaglio
sì facile e vicino
del cavaliere nano,
fa come fan gli scaltri
e mira più lontano,
cercando nel frattempo
le forme da inventare
di quel linguaggio nuovo,
che a noi pare ricetta
simile a quella nota
del sale sulla coda
per prender l'uccelletta,
ma è l'uovo di Colombo
per quelli che son bravi
– non come quel Bersani
che rischia di far bene
e, in mancanza di meglio,
aggrada a noi baggiani
conservatori e, peggio,
antiberlusconiani.
filastrocca di maggio
Pubblicato da arden in Maggio 10, 2010
https://cartuscelle.wordpress.com/2010/05/10/filastrocca-di-maggio/
Articolo precedente
se dovessi acclarare…
se dovessi acclarare…
Articolo successivo
SENZA VERGOGNA
SENZA VERGOGNA
cf05103025
/ Maggio 23, 2010cara Anna,questa tua poesia, o meglio, ballata è davvero melodia, spiritosa e amara insieme. Mi è venuto da sorridere pensando all'uccelletta.Ma noi siam pure augelletti da pigliare col "panico"?O colla rete, come si faceva per catturare quelli per polenta e osèi?A volte vorrei esser almeno un cinghiale, magari un facocero, per darci due belle inforcate di zanna a questi fetenti e ribaltarli nella belletta negra.MarioB.
arden
/ Maggio 24, 2010Ehi, Mario, che bello rivederti da queste parti!Sì, ero in vena di umorismo patibolare (lo sono ancora, temo – e temo che davvero siamo un po' come quegli osèi).Anna S.