L’occhio di Pasolini

A proposito di Sanguineti. Ogni volta che mi capita di leggere di lui, o di vederlo, come l’altra sera in TV, pur con tutta la soddisfazione che può darmi il suo rompere il tabù che circonda di silenzio il nome di Marx, non posso fare a meno di ricordare questo passaggio di Pasolini su di lui, nell’articolo intitolato “LA FINE DELL’AVANGUARDIA”, scritto nel 1966 (e raccolto in EMPIRISMO ERETICO) :

Il cinema non evoca la realtà, come la lingua letteraria; non copia la realtà,
come la
pittura; non mima la realtà come il teatro. Il cinema riproduce la
realtà:
immagine e suono! Riproducendo la realtà, che cosa fa il cinema? Il cinema
esprime la
realtà con la realtà. Se io voglio rappresentare Sanguineti, non ricorro a
evocazioni da
stregone (la poesia) ma uso lo stesso Sanguineti. O, se Sanguineti non vuole,
prendo un
seminarista col naso lungo, o un ombrellaio coi panni della domenica: prendo,
cioè, un
altro Sanguineti.
Non esco comunque dal cerchio della realtà. Esprimo la realtà
– e cioè
mi distacco da lei – ma la esprimo con la realtà stessa.

Nell’articolo su citato il nome di Sanguineti ricorre continuamente, all’interno di un discorso teso a criticare la cosiddetta avanguardia letteraria del tempo. Tanto insistentemente che Pasolini ritiene opportuno chiarire come segue, in nota:

Insisto a fare il nome di Sanguineti perché è l’unico che sa in cuor suo ( e
lo sa
perché tanto, lui potrà continuare) che l’avventura sta per finire. Ci sarà
ancora
qualche convegno in cui dei giovanotti cretini e petulanti parleranno di
antiromanzo come
se parlassero di prosciutto di Parma. Poi la fine: e chi avrà qualche qualità,
sia pure
da abatino, potrà continuare, mentre sugli altri cadrà il meritato silenzio,
come sui
gruppi ingialliti di fotografie di poeti ermetici al caffè, o di squadristi:
proprio in
tal modo.

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2 commenti

  1. LaGiardiniera

     /  dicembre 13, 2005

    Ripeto ciò che ti ho già detto: meraviglioso, epico. Geniale. Divertentissimo: grazie del post!!

    Rispondi
  2. arden

     /  dicembre 14, 2005

    In effetti, l’ombrellaio in panni domenicali è un’immagine indimenticabile.
    Approfitto per raccomandare Empirismo eretico alla lettura o rilettura. Il piacere e l’innalzamento di vitalità (come diceva Leopardi) che procura sono impagabili.

    Rispondi

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